Il senso di impotenza appresa è un elemento centrale e debilitante in quadri clinici come la Distimia, il Perfezionismo patologico e l’Autosabotaggio. Nei percorsi appositamente pensati, la gestione di questo sentimento mira a ripristinare il senso di agency, ovvero la capacità di agire ed influenzare la propria vita, spostando il locus of control da esterno a interno.

All’interno del Percorso di cura, per affrontare il senso di impotenza, i passi fondamentali sono i seguenti:


1. Concettualizzazione e Validazione

Riconoscere e normalizzare il sentimento, distinguendolo dalla realtà oggettiva attraverso:

  • Validazione Emotiva: fase in cui lo Psicologo accoglie e convalida il sentimento di impotenza della Persona, evitando di minimizzare o sfidare prematuramente l’esperienza. È fondamentale riconoscere che questo vissuto è una reazione appresa da esperienze di vita (reali o percepite) in cui il soggetto potrebbe aver sperimentato mancanza di controllo.

  • Analisi Funzionale: esplorazione dell’origine del sentimento. Può derivare da traumi passati, relazioni precoci in cui l’individuo non si è sentito ascoltato o efficace, oppure essere conseguenza della cronicità della Distimia o di fallimenti percepiti legati al perfezionismo (ad esempio l’evitamento di un progetto per paura di non essere “perfetti” e quindi inadeguati). Questo rafforza l’idea di essere “incapaci”.

  • Distinzione tra Passività e Inazione: chiarire che l’impotenza spesso rappresenta un bisogno di protezione o una paura del fallimento, e non una vera incapacità.


2. Obiettivi Terapeutici Chiave

Il trattamento si concentra sul passaggio da una mentalità orientata al deficit percepito a una orientata all’azione e alla responsabilità.

  • Spostare il Locus of Control: aiutare la Persona a percepire che i risultati della propria vita dipendono, almeno in parte, dalle sue azioni e scelte (Locus of Control interno), piuttosto che da fattori esterni percepiti come inevitabili (Locus of Control esterno).

  • Ristrutturare gli Schemi di Inadeguatezza: lavorare sulle convinzioni profonde che alimentano il senso di inefficacia appresa (in particolare schemi di sottomissione e fallimento/inadeguatezza).

  • Promuovere l’Esperienza di Padronanza (Mastery): creare intenzionalmente occasioni, anche di piccola scala, in cui la Persona possa sperimentare l’efficacia delle proprie azioni.


3. Strategie e Tecniche specifiche del Counseling Psicologico ad orientamento Cognitivo-Comportamentale

  • Ristrutturazione Cognitiva: consiste nell’identificare e sfidare i pensieri legati all’impotenza (es. “Qualunque cosa faccia non servirà a nulla”, “Sono destinato a fallire”).

  • Continuum Cognitivo: tecnica per evitare il pensiero dicotomico “tutto o niente” e riconoscere le aree di controllo.

  • Tecnica dei Piccoli Passi (Attivazione Comportamentale): pianificazione di azioni graduali e realistiche, anziché obiettivi irraggiungibili dettati dal perfezionismo. Ogni azione completata, anche minima, viene registrata come evidenza di padronanza e agency (es. alzarsi un’ora prima, completare il 20% di un compito). Questo contrasta l’inerzia tipica della Distimia.

  • Registro dei Successi e degli Sforzi: la Persona impara a focalizzarsi non solo sul risultato “perfetto”, ma sul processo messo in atto. Ogni sforzo viene valorizzato come parte del percorso, rafforzando il collegamento tra azione e risultato positivo, anche se parziale.


Conclusione

Il paradosso è che il vero potere nasce dall’accettazione di ciò che non si può controllare. Riconoscere i propri limiti, accettare errori e incertezze libera energie preziose, prima spese nella battaglia impossibile di raggiungere la perfezione e il controllo assoluto.
Questo è lo snodo cruciale per sciogliere la rigidità del Perfezionismo.

Psicologa Dott.ssa Sara Agostini