La costituzione di una coppia rappresenta l’unione di due culture familiari differenti, e la continuazione di due trame familiari che si intrecciano.

Ciascun partner porta dentro di sé il bagaglio culturale della propria famiglia d’origine e da subito inizia un processo di mediazione e integrazione tra i due.

Per poter formulare una valutazione relazionale della coppia, la metafora di una casa a tre piani può essere utile a comprendere le dinamiche familiari a livello multigenerazionale.

Immaginiamo che la coppia genitoriale occupi il piano di mezzo, i figli il piano terra e la famiglia di origine il terzo ed ultimo piano. All’interno di ogni piano dobbiamo osservare anche le dinamiche orizzontali e il modo in cui esse sono influenzate da quelle verticali. Esiste infatti un reticolo di funzioni e di ruoli che si struttura lungo due assi, uno verticale che comprende i diversi livelli gerarchici (nonni, genitori, figli) e uno orizzontale che rappresenta le relazioni paritarie all’interno di uno stesso livello gerarchico (coniugi, fratelli, amici). È importante allargare l’orizzonte per osservare l’evoluzione dell’organizzazione familiare nel tempo e attraverso le generazioni. Secondo la teoria strutturale formulata da Minuchin, infatti, molte espressioni psicopatologiche manifestate nella generazione dei figli sono una conseguenza diretta della confusione dei confini e dell’inversione di ruoli nelle generazioni precedenti.

Si possono delineare diversi tipi di funzionamento familiare in base alle modalità con cui la formazione e l’evoluzione della coppia sono influenzate dalla qualità dei legami intergenerazionali, che determinano anche il modo in cui la coppia affronta la genitorialità. Le coppie possono essere dunque inquadrate lungo un continuum che va da armoniche o disarmoniche (conflittuali o instabili), dato da livelli crescenti/decrescenti di autonomia e individuazione emotiva.

La coppia armonica è formata da due partner capaci di condividere le esperienze della vita e di rispettarsi reciprocamente in una relazione stabile e intima. Entrambi sono riusciti a realizzare una individuazione soddisfacente dalle rispettive famiglie di origine. Ciò significa che l’eredità familiare non invade lo spazio e il territorio della coppia, ma rappresenta un valore prezioso che ognuno dei due porta all’interno di sé e nella relazionale.

Nella coppia conflittuale non c’è armonia e ci sono contrasti e disaccordi su molti livelli. Non è insolito che i coniugi sviluppino una modalità relazionale di tipo genitore- figlio, e si può frequentemente osservare come il legame di coppia sia profondamente influenzato da problematiche irrisolte nelle rispettive famiglie di origine. In questa tipologia di coppia non è raro il fenomeno dell’adozione del coniuge da parte della famiglia di uno dei due partner, dal momento che nessuno dei due è in grado di proteggere e nutrire l’unità della coppia. Uno è troppo invischiato nei legami con la famiglia d’origine e l’atro distante, disimpegnato nei confronti della propria. Il partner che ha vissuto una condizione di deprivazione emotiva dalle prime figure di attaccamento potrebbe inconsciamente desiderare la dipendenza dalla famiglia dell’altro, per compensare la mancanza di accudimento nella propria famiglia d’origine.

La coppia instabile è invece solitamente composta da due partner che hanno vissuto una stessa condizione di deprivazione affettiva, incuria o distacco nella propria famiglia d’origine, i cosidetti orfani psicosociali. Si tratta quindi di persone molto insicure e sole, la cui attrazione reciproca si basa proprio sull’esperienza comune che hanno avuto. Ognuno chiede all’altro di diventare il genitore che non ha mai avuto, creando una grande confusione sulle aspettative e sulle richieste all’interno della coppia. Questo esita in un uso strumentale della relazione che non porta a una reale intimità e complicità di coppia, ma piuttosto a una costante e pressante richiesta di presenza e vicinanza affettiva che limita la libertà di entrambi. Spesso in questo tipo di coppia i figli sono messi al mondo per riempire un vuoto.

In generale il passaggio alla genitorialità rappresenta un evento che produce profonde modificazioni nella coppia a livello cognitivo, emotivo e relazionale. Durante questa transizione i due partner dovranno riuscire a preservare la loro intimità e complicità di coppia e allo stesso tempo ridefinire e trasformare regole, ruoli e spazi interpersonali all’interno della nuova triade. In una coppia armonica l’arrivo di un figlio non rappresenta una minaccia all’intimità e all’intesa della coppia, ma piuttosto un arricchimento. Le coppie conflittuali hanno più difficoltà ad accettare la sfida della genitorialità in modo sereno e gioioso; spesso non riescono a condividerlo a causa di frequenti liti o possono finire per coinvolgerlo nella loro conflittualità. Può anche succedere che un rapporto disfunzionale di coppia in cui “uno fa il genitore dell’altro” possa scoppiare con l’arrivo di un figlio, con il rischio di una repentina separazione della coppia.

Quel che fa la differenza è rappresentato dal sistema di coping e dalle risorse che le coppie armoniche e le loro famiglie sono in grado di attivare in momenti di transizione, normativi all’interno del ciclo vitale della famiglia, così come di fronte ad eventuali problematiche o situazioni di sofferenza e pericolo. Questo sistema di coping è strettamente connesso all’identità culturale di una famiglia, al suo sistema di valori e di credenze che influenza il modo in cui si declinano i ruoli familiari e si affrontano gli eventi di vita. Questo sistema di valori viene sintetizzato nel mito familiare, che rappresenta uno schema tramite cui si interpreta la realtà, in cui elementi reali e fantastici coesistono e che definisce il mandato familiare che ogni individuo è implicitamente chiamato a portare avanti

Condividere un mito può contribuire a rafforzare un’interdipendenza affettiva tra i membri di una famiglia e a favorire la continuità di particolari tradizioni culturali nel tempo. Ma affinchè il mito diventi risorsa, gli elementi che lo costituiscono non devono essere troppo rigidi e funzionare come meccanismi prescrittivi. Secondo Whitacker, una famiglia sana, e quindi una coppia armonica è caratterizzata da un mito familiare che non rimane statico, ma evolve continuamente. Se il mito è articolato e ricco, inoltre i membri della coppia avranno più possibilità di scelta e di sviluppo, e potranno raggiungere un grado più elevato di autonomia e individuazione che gli consentirà di creare un rapporto maturo, in grado di fronteggiare i vari eventi di vita.

 

 

 

©  copyright |Dott.ssa Chiara Guarducci | PSICOLOGA