Adolescenza: la sfida con la morte

Sono molti gli adolescenti che non si limitano a sfidare la morte in modo inconscio e mascherato; ma la esternano in modo manifesto, palese, con tentativi di suicidio. La causa scatenante di questo atteggiamento può essere la morte accidentale o il suicidio di un compagno di classe: il banco vuoto in aula, i fiori vicino alla foto, il corteo funebre accompagnato dai bei ricordi o da una musica rituale che non bastano a sedare l’angoscia bensì spingono a sviluppare altri malesseri: depressione, disperazione, sensazione di annientamento… In altri casi la sensazione suicida può essere una delusione amorosa, un insuccesso scolastico, un litigio con i genitori, un conflitto tra amici.

Una situazione di impotenza e di forte debolezza di fronte alla fatica di crescere che induce l’adolescente a ritirarsi di scena, con un gesto assoluto che gli conferisce l’illusione di dominare la vita attraverso la morte. Per alcuni è il modo di portare alle estreme conseguenze i dubbi esistenziali sulla vita e sulla morte che si stabilizzano con urgenza a quest’età, in una realtà diversa, più realistica dei primi grandi disagi emersi nell’infanzia. In altri casi si tratta di un giovo pericoloso in cui porsi sul filo del rasoio, come se scherzando con la morte l’adolescente dimostrasse a se stesso di essere vivo.

Il “voler morire” è spesso un richiamo di aiuto, che testimonia la difficoltà di vivere e di immaginarsi il futuro. Forse come afferma lo psichiatra Patrice Huerre, molti suicidi riusciti rappresentano in realtà il fallimento di un gioco sfuggito di mano a adolescenti che, volendo dominare la propria vita, sono diventati artefici della propria morte.

Qualunque sia il motivo sotterraneo, occorre non sottovalutare le dichiarazioni d’intenti, anche se possono suonare come un ricatto affettivo, o come un macabro ricatto… sono sempre il segnale di un malessere che richiede ascolto, attenzione e cure appropriate.

L’idea della morte è una tematica ricorrente nella fase adolescenziale, e non sempre intesa come enigma filosofico: perché si vive – perché si muore, ma anche come fantasia sub inconscia, che riporta alla meravigliosa metafora della metamorfosi verso l’età adulta. Quando però i conflitti legati alla crescita e ai processi di separazione sono troppo angosciosi, anche la bellissima metafora della crescita perde il proprio significato simbolico.

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