Dal greco “soma” significa corpo: le persone affette da disturbi psicosomatici, esprimono un disagio psichico attraverso il corpo.

Storicamente, il termine “psicosomatico” viene associato ad una serie di malattie somatiche, nella cui eziologia e patogenesi è stata dimostrata una significativa presenza di fattori mentali, quali esperienze emozionali stressanti, fattori di personalità e condizioni conflittuali di ordine psicologico.

Anche gli Psicologi che fanno riferimento all’APA (American Psychiatric Association) definiscono psicosomatico tutto ciò che si riferisce ad una costante ed inseparabile interazione tra psiche (mente) e soma (corpo) (APA, 1980).

Nell’età moderna, a partire da Cartesio (XVII secolo) il dualismo subisce un’accentuazione tra res cogitans (pensiero e mente) e res extensa (tutto ciò che è soggetto alla dominanza sensoriale e percettiva).

Successivamente, le teorie della mente hanno subito una differente elaborazione con filosofi come Locke, Hume nel XVIII e, con il positivismo ed il materialismo si è messo nuovamente l’accento sull’unità dell’essere umano.

In epoca più recente, nel XIX secolo, con l’avanguardia degli Stati Uniti, la Scuola di Chicago, una particolare corrente della medicina, ha individuato un gruppo di malattie “specificatamente psicosomatiche” come l’asma e l’ulcera.

In questo excursus storico, non possiamo non fare riferimento anche al padre della Psicoanalisi, Sigmund Freud, il quale nell’Ottocento ha elaborato uno dei primi modelli di interpretazione della correlazione tra psiche e soma, basato sul primo meccanismo di difesa: la conversione. Alcuni affetti, inesprimibili da parte dell’Io cosciente, verrebbero controllati in una zona psichica (nell’inconscio praticamente non accessibile allo stato di coscienza) e poi attraverso la rimozione, non avendo trovato una scarica immediata ed adeguata. La teoria psicodinamica attribuisce notevole rilievo alle correlazioni fra gli aspetti somatici e quelli psichici, considerati all’interno della concezione unitaria dell’individuo.

 

Nell’Alessitimia (mancanza di parole per esprimere le emozioni) si identificano una serie di caratteristiche cognitive ed affettive, con difficoltà della persona ad identificare ed esprimere verbalmente i propri sentimenti, ridotta capacità al simbolismo e relazioni interpersonali limitate e povere di contenuti. Dove lo schizofrenico, nella distribuzione del senso di realtà, crea una nuova realtà per lui più tollerabile, lo psicosomatico svota la realtà esterna e le relazioni interpersonali del contenuto affettivo, che dovrebbero essere parte integrante del suo pensiero.

I sintomi non sono intenzionali quindi, a differenza dei disturbi fittizi.

Quello che succede nella maggior parte dei casi è che il paziente è incapace di mentalizzare il suo disagio e quindi lo sposta sul corpo e fisicamente.

La somatizzazione è un meccanismo di difesa all’angoscia, al dolore e senso di pericolo. Dunque bisogna procedere con molta cautela, nel fare possibili interpretazioni, poiché il paziente può sentirsi aggredito.

Finché egli non riesce ad accedere ad una dimensione simbolica, esprimendo il suo profondo disagio in altri modi, ad esempio verbalmente, non bisognerebbe privarlo di questa difesa, per evitare che scivoli in una condizione psicotica.

Spesso questi pazienti si rivolgono ad un medico, richiedendo analisi ed approfondimenti, lamentando appunto sintomi fisici (ad esempio mal di pancia, emicranie, cefalee frequenti) e generalmente il medico di base prescrive diverse analisi, che però non riscontrano problemi o lesioni di natura organica, che spieghino i sintomi fisici. Dunque, ipotizzando un’origine psichica, egli effettua l’invio allo psicologo.

Nel lavoro psicologico, in primis occorre analizzare la motivazione di questi ragazzi, perché non sempre hanno consapevolezza che i loro sintomi siano in realtà espressione di un disagio psichico. Occorre anche esplorare le loro aspettative e la disponibilità ad affrontare un percorso non fatto di medicine, ma di lavoro prettamente psichico e di rielaborazione di significati inconsci e di possibili conflitti.

Occorre infine anche esplorare quali disagi il ragazzo stia esprimendo attraverso il corpo; perché ha investito proprio un organo in particolare; quali significati simbolici possono essere veicolati dalle parti del corpo interessate (testa, pancia, pelle).

Poiché poi tali sintomi possono offrire vantaggi secondari, giustificando al paziente l’evitamento di alcune situazioni come la scuola, l’università o il lavoro (per possibili problemi in tali campi, che quindi bisogna approfondire) ciò può portare a non desiderare “inconsciamente” di liberarsi di questi sintomi.

Può essere particolarmente utile l’utilizzo di test proiettivi, in quanto fanno emergere contenuti inconsci, che il paziente non riesce a verbalizzare, per esempio il Rorschach per gli adulti, per riuscire a stimolare l’emergere di angosce e conflitti profondi.

Utile può essere anche il disegno dell’albero, per fornire indicazioni sulla strutturazione dell’Io dei ragazzi; il disegno della figura umana, sulla percezione di sé e del proprio corpo; infine il TAT sulle motivazioni ed i bisogni.

Dopo aver motivato il paziente ad un percorso psicologico di sostegno o psicoterapia (in questo caso, previo invio ad uno psicoterapeuta) può essere utile porsi come obiettivo aumentare la consapevolezza della dimensione psichica del disagio, che inizialmente viene maggiormente negato, in modo difensivo.

Infine con un intervento di tipo espressivo si può risalire al vero conflitto, che viene mascherato dalla somatizzazione, si possono rielaborare le preoccupazioni riguardo alla propria salute (come avviene nell’Ipocondria) e alla forma fisica (come accade nel Dismorfismo corporeo), per andare a rafforzare l’Io ed individuare e costruire insieme allo psicologo un altro modo di manifestare il disagio e chiarirne le origini.

BIBLIOGRAFIA

  • Le attuali frontiere della psicologia clinica. Fulcheri. CSE – Centro Scientifico Editore, 2004.
  • DSM 5Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. American Psychiatric Association. Raffaello Cortina Editore, 2013.
  • La Psicoanalisi Clinica e teoria. A. Ciocca. ESA – Edizioni scientifiche abruzzesi, 2006.
  • Psicologia clinica: il modello psicoanalitico. F. Zampino. Carocci editore, 2006.
  • Il disegno dei bambini. E. Cannoni. Carocci editore, 2004.
  • Rorschach: Compendio per il sistema comprensivo.E. Exner. FrancoAngeli Editore, 2014.

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