Una volta comunicata la decisione della separazione, come gestire il dopo???

Non usiamo i figli come giudici o arbitri dei nostri comportamenti sollecitando da loro un’opinione su chi di noi abbia ragione o torto. Non screditiamo né denigriamo l’altro genitore agli occhi dei figli anche, e soprattutto, se assente.

Non impediamo loro di comunicare con il genitore non affidatario, anche segnalando più o meno apertamente la nostra disapprovazione quando i figli cercano di farlo. Non svalutiamo sistematicamente le idee e la pratica educativa dell’altro genitore. Teniamo a mente che non è sempre vero che il passato determina meccanicamente il futuro e che dunque l’altro genitore “non cambierà mai”.

Bambini e ragazzi non amano sentir denigrare un genitore, tanto più quando a farlo è l’altro genitore. Apprezzano, invece, il comportamento franco e leale degli adulti perché, anche se mostra una differenza di opinioni, è molto più rassicurante di una critica fatta dietro le spalle.

Non cerchiamo l’alleanza o la complicità dei figli contro l’altro genitore, né istighiamoli contro di lui o lei atteggiandoci a vittime. Non fingiamo di accettare le decisioni dell’altro genitore mentre in realtà le boicottiamo. Non critichiamo per partito preso né ridicolizziamo i risultati delle decisioni e delle azioni dell’altro genitore.

Ogni volta che esistono ragioni valide è meglio che padre e madre si parlino direttamente senza usare in alcun modo i figli per trasmettersi messaggi ostili in forma indiretta. Non sballottiamo i figli come pacchi postali né parcheggiamoli davanti alla porta di casa o presso vicini e parenti per evitare di incontrare il genitore che li prenderà in consegna.

Il momento del passaggio delle consegne da un genitore all’altro è tra i più delicati della vicenda della separazione e per i figli è una cartina di tornasole per capire se possono contare sulla collaborazione di padre e madre o se invece hanno due genitori in lotta tra loro.

Evitare manifestazioni di aggressività

Non è la differenza di opinioni tra adulti che può danneggiare i figli. Le differenze sono fonte di fertilità, al contrario delle fittizie unanimità o delle volontà imposte con la violenza o con l’inganno. Bambini e ragazzi osservano come noi riusciamo a convivere con le nostre diversità, e imparano. Se, evitando compromessi ingiusti, saremo riusciti a non trasformare i conflitti in guerre, avremo dato ai nostri figli un buon esempio.

Evitiamo dunque manifestazioni di esasperata aggressività, soprattutto in presenza dei figli. Questo non è un invito all’ipocrisia, ma piuttosto al rispetto dei limiti di sopportazione e di comprensione consentiti dall’età dei bambini e dei ragazzi. Evitiamo inoltre di usare i figli come ostaggi, messaggeri, spie o testimoni contro un genitore. Non sottoponiamoli a interrogatori su ciò che ha fatto l’altro genitore. Non minacciamo apertamente o implicitamente ritorsioni se non si schiereranno dalla nostra parte.

© Copyright Psicologa /Psicoterapeuta dr.ssa Oriola