Che cos’è un disturbo d’ansia?

Sentirsi ansiosi ogni tanto è del tutto normale: l’ansia è una risposta naturale a situazioni percepite come stressanti o minacciose. Ma quando questa sensazione diventa persistente, intensa e interferisce con la vita quotidiana, potremmo trovarci di fronte a un disturbo d’ansia.

Come si manifesta l’ansia?

I disturbi d’ansia possono presentarsi in molti modi: preoccupazioni eccessive, tensione costante, difficoltà a rilassarsi, irritabilità, pensieri negativi ricorrenti, oppure sintomi fisici come tachicardia, respiro corto, sudorazione e disturbi del sonno.

Molte persone riferiscono di “sentirsi sempre sul chi va là”, come se ci fosse un pericolo imminente, anche quando razionalmente non c’è nulla di minaccioso.

Cosa succede nella mente ansiosa? Tre sguardi per comprenderla

  • L’approccio cognitivo-comportamentale (CBT)

Secondo l’approccio cognitivo-comportamentale, l’ansia si mantiene nel tempo a causa di pensieri disfunzionali (come: “non ce la farò”, “succederà qualcosa di brutto”) e comportamenti di evitamento. Il lavoro terapeutico si concentra sull’identificare questi schemi mentali e modificarli, offrendo strumenti concreti per affrontare situazioni temute e ridurre l’iperattivazione ansiosa.

  • L’approccio psicodinamico

La prospettiva psicodinamica guarda più in profondità: l’ansia viene vista come il segnale di conflitti interni non risolti, spesso inconsci, legati alla storia affettiva e relazionale della persona. Le emozioni represse o parti del sé non riconosciute possono emergere sotto forma di sintomi ansiosi. La terapia aiuta a dare senso a questi vissuti, favorendo una maggiore consapevolezza e integrazione emotiva.

  • Verso un approccio integrato

In molti casi, combinare elementi dei due approcci può essere la strada più efficace. L’integrazione tra psicodinamica e CBT permette di lavorare sia sui sintomi attuali (pensieri disfunzionali, comportamenti evitanti), sia sulle radici profonde dell’ansia, come la difficoltà a gestire la vulnerabilità o i bisogni affettivi non riconosciuti.

Questo approccio integrato offre una presa in carico completa della persona, intervenendo sia nel breve termine per ridurre il disagio, sia a livello più profondo per prevenire ricadute e favorire un cambiamento duraturo.

Quando chiedere aiuto?

Se l’ansia limita la tua vita quotidiana, condiziona il tuo benessere o ti fa sentire bloccato, parlarne con uno psicologo può essere un primo passo fondamentale. Un percorso terapeutico costruito su misura può aiutarti a comprendere meglio cosa ti accade, sviluppare strumenti nuovi e vivere con maggiore serenità.

In conclusione

L’ansia non è un nemico da combattere, ma un messaggio da ascoltare. Comprenderla è il primo passo per ritrovare equilibrio. Esistono approcci terapeutici diversi ma complementari, capaci di adattarsi alla storia e alle risorse di ciascuno. Lavorare con un professionista che integra ascolto profondo e strumenti pratici può fare la differenza.

Bibliografia essenziale

Clark, D. A., & Beck, A. T. (2010). Cognitive Therapy of Anxiety Disorders: Science and Practice. Guilford Press.

Freud, S. (1926). Inibizione, sintomo e angoscia.

McWilliams, N. (1994). La diagnosi psicoanalitica. Cortina.

Fonagy, P., & Target, M. (2003). Psicoanalisi e psicopatologia evolutiva. Borla.

Barlow, D. H. (2002). Anxiety and Its Disorders: The Nature and Treatment of Anxiety and Panic. Guilford Press.

Leichsenring, F., & Steinert, C. (2017). Psychodynamic Therapy and CBT: Integration and Comparison. In World Psychiatry, 16(3), 278–279.

 

Psicoterapeuta Dott.ssa Vania Piludu