In generale si è abituati a definire due persone che stanno insieme come “coppia”, come l’unione di due persone in cui 1+1=2 , ma in realtà, in un’ottica sistemica 1+1 =3

Come diceva William James: “Quando due persone si incontrano ci sono sei persone presenti: come ognuno si vede, come ognuno vede l' altro, e come ogni uomo è in realtà.”

Questo significa che a costituire una coppia concorrono più aspetti e che questa racchiude le fantasie, i vissuti, il modello di coppia e le aspirazioni di ognuno.

Ogni partner porta all’interno della relazione, non soltanto la propria presenza fisica ma, anche la propria esperienza che ha contribuito nel tempo a creare un modello personale, carico di aspettative, di come vorrebbe che fosse la propria relazione.

La coppia spesso vive dei periodi di crisi che i membri della stessa hanno difficoltà a gestire. Nella terapia di coppia si va ad esplorare quello che Caillè chiama il “terzo di coppia”. Ossia la rappresentazione condivisa che i due partners hanno della loro relazione e su cui si struttura il loro sentimento, come se fosse un membro distaccato dai due.

L’arte di vivere in coppia è il saper donare, infatti la formazione della coppia presuppone che i due partner scelgano di affidarsi reciprocamente, donano una parte di sè all’altro. Sarà questo un presupposto fondamentale che permetterà la fusione di due individualità nella coppia.

Possiamo, dunque, considerare quel risultato matematicamente sbagliato, perché nella coppia 1+ 1 dovrà necessariamente fare 3, come il frutto reale della relazione.

 

 

© Psicologo del copyright | Dott.ssa Fabiola Rosaria Didonna