Come affrontare questa sfida evolutiva?

Il ragazzo si prepara a entrare nell’età adulta e i genitori possono aiutarlo in questa fase critica cercando di mantenere un buon dialogo, prendendo seriamente i problemi relativi a questa fase, senza banalizzarli, e facendo rispettare poche regole chiare. Il ragazzo vuole sentirsi trattato come un adulto, e per quanto per il genitore rimane sempre un bambino bisogna fare lo sforzo di iniziare a guardarlo con occhi diversi e ascoltare quello che cerca di dirci attraverso il comportamento sintomatico. In questo periodo i genitori e gli amici devono svolgere un ruolo complementare per la sana crescita dell’individuo. I conflitti, che sono normali nel periodo adolescenziale, sembrano accentuati da uno stile autoritario o totalmente permissivo da parte dei genitori piuttosto che da uno stile autorevole, improntato al dialogo; nelle famiglie più numerose e con un reddito più basso (i genitori tendono a non dare molta importanza ai problemi dei figli); con i primogeniti (gli altri figli hanno la strada già fatta); sotto la pressione di fattori esterni ed interni al macrosistema (es. aspettative molto alte da parte dei genitori).In questo contesto, poi,i coetanei sostengono il singolo nella formazione dell’identità, svolgendo un ruolo di aiuto e sostegno nella comune “lotta con gli adulti”, creando gruppi e aggregazioni di vario genere allo scopo di sentirsi UNO, condividendo sogni, paure, aspettative e visioni di vita; nello lo stare insieme essi si coadiuvano nella ricerca della propria particolare unicità lasciandosi spazi per poter sperimentare senza timore di essere giudicati chi sono veramente e finoa  che punto sono disposti a credere in se stessi e a puntare sul proprio futuro per quanto esso sia anocra così incerto e fumoso talvolta. Nonostante la maggior parte degli adolescenti viva questo periodo di transizione verso l’età adulta nei limiti della normalità, alcuni devono affrontare, oltre alle normali difficoltà evolutive, ulteriori aspetti negativi, che possono aggravare fortemente la situazione: la disarmonia familiare, le difficoltà scolastiche, la vulnerabilità genetica, o alcune caratteristiche personali, come la bassa autostima: sono molte le circostanze che possono causare disagio ,malessere, turbamento o sofferenza. In questa dinamica può inserirsi la consulenza familiare quando le criticità che si presentano in famiglia diventano insostenibili e quando il ragazzo mostra un sintomo che preoccupa i genitori e che mette a rischio la sua vita: sono comunque sintomatologie attraverso le quali il ragazzo sfida i genitori: a volte essi possono sentirsi insicuri, poco informati o formati sulle problematiche che affliggono i loro figli e possono trovarsi disorientati sperimentando uno spiacevole e limitante senso di inefficacia/inefficienza.

La ricerca dell’indipendenza dai genitori, e più in generale dal nucleo familiare, rappresenta il fulcro dell’intero processo di crescita nell’adolescenza. Potremmo quindi pensare che raggiungendola la nostra vita migliori sensibilmente e che il traguardo sia accompagnato da urla di gioia, tuttavia le aspettative sono ben lontane dalla realtà effettiva.

Cosa frena l’entusiasmo una volta raggiunta la tanto agognata indipendenza?

Non siamo stati sempre così insofferenti alle richieste e alla presenza dei nostri genitori: da bambini, cercavamo il contatto e l’approvazione dei nostri genitori ogni qualvolta se ne presentava l’occasione; essi, infatti, rappresentano dei modelli ideali a cui ispirarsi e offrono al bambino un rifugio sicuro in cui crescere, proteggendolo dai pericoli del mondo. Con l’arrivo della preadolescenza, tuttavia, le convinzioni maturate fino a quel momento dal bambino iniziano ad entrare in crisi: i genitori iniziano a perdere i tratti del supereroe e somigliano sempre più a mostri cattivi ed opprimenti. La consapevolezza della fallibilità delle figure genitoriali comincia ad emergere sempre più prepotentemente e, parallelamente, nasce nel ragazzo il bisogno di diventare un soggetto attivo nel nucleo familiare e sociale. L’atteggiamento di ribellione, che caratterizza l’adolescente, è quindi estremamente naturale e sarà fondamentale per la formazione personale del ragazzo, portandolo alla decisione di abbandonare il nido e spiccare finalmente il volo.