In questo momento di forte cambiamento ed emergenza corriamo il rischio di agire in automatico in risposta ad emozioni negative come angoscia, paura, frustrazione e rabbia, invece che sulla base dei nostri valori più autentici e sulle indicazioni e regole che ci vengono fornite.

E’ qui allora che entra in campo l’AGILITA’ EMOTIVA, capacità che implica essere flessibili riguardo a pensieri e sentimenti per rispondere in maniera ottimale alle circostanze che ci si presentano. Tutto ciò NON ha a che vedere con il controllo dei pensieri o con lo sforzarsi di pensare positivo. Cercare di correggere pensieri ed emozioni che ci preoccupano non fa che portarci a sviluppare ossessioni improduttive. Tentare di soffocarli può generare un’ampia serie di disturbi. Spesso lottando contro pensieri negativi (o emozioni) non facciamo che rinforzarli, poiché i percorsi neurali si rafforzano ogni volta che prestiamo attenzione a uno schema di pensiero. Si tratta di sabbie mobili: più lottiamo con le nostre emozioni, più affondiamo.

L’agilità emotiva invece è’ “la capacità di lasciarsi andare, di calmarsi e vivere con maggiore intenzionalità”. Secondo Susan David “essere emotivamente agili significa essere consapevoli e accettare le nostre emozioni, imparando qualcosa anche dalle più complesse. Significa essere in grado di superare le risposte condizionate, o preprogrammate, sul piano cognitivo e sul piano emozionale, per poter vivere il presente in ragione di una chiara comprensione delle circostanze attuali, rispondendo in modo appropriato e agendo nel rispetto dei nostri valori più profondi”. Al contrario la RIGIDITA’ EMOTIVA implica il rimanere intrappolati in pensieri, sentimenti, comportamenti che non ci sono utili e si associa a disturbi quali depressione e ansia.

Secondo Viktor Frankl (autore di “Uno psicologo nei lager”) “tra uno stimolo e una risposta c’è uno iato”, ovvero uno spazio. “In questo spazio si colloca il potere di scegliere la nostra risposta. Nella nostra risposta risiedono la nostra crescita e la nostra libertà”.

Dovremmo dunque cercare di ampliare questo spazio tra uno stimolo esterno (es. notizie allarmanti) o interno (es. emozioni negative come la paura) e la nostra risposta comportamentale. Attenzione però! Ciò non significa reprimere le nostre emozioni o ignorarle, perché inevitabilmente tornerebbero a ripresentarsi in maniera ancor più potente. Si tratta di scegliere come rispondere al sistema di allerta emotivo.

Se andiamo verso una rigidità emotiva e di pensiero diventiamo insensibili al contesto e incapaci di adattarci alla mutevolezza delle circostanze. Nella situazione attuale, confinati in casa, a fare i conti con sensazioni di impotenza e angoscia, più che mai è importante sviluppare una sensibilità al contesto. Non possiamo affidarci a vecchi schemi di pensiero e soprattutto di azione, un po’ come una mosca che, pur potendo uscire attraverso la finestra aperta, continua a sbattere sul vetro senza mutare la propria strategia di fuga.

Il problema sussiste nel momento in cui consideriamo i nostri pensieri, rafforzati da vivide immagini ed emozioni intense, alla stregua di fatti ed agiamo di conseguenza. Dovremmo agire invece secondo la nostra volontà consapevole, senza andare dietro alle nostre emozioni del momento.